25 novembre. Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Una giornata non fa la differenza, una voce non fa la differenza ma l’unione può fare la differenza.

All’apparenza potrebbe sembrare una giornata come tante altre: praticamente ogni giorno si ricorda o si festeggia qualcosa e spesso queste giornate passano in secondo piano. La giornata di oggi invece non dovrebbe. La giornata di oggi è diversa. Oggi dovremo cercare di riflettere un po’ di più, a prendere la questione più sul serio perché esiste la violenza fisica (che è quella di cui normalmente si parla) ma soprattutto quella morale in grado di far sentire una donna come l’ultima ruota del carro.

Le mille domande senza risposta

Perché tutta questa violenza contro le donne? Perché la donna è considerata così diversa dall’uomo? Perché non può emergere come l’uomo? Perché se una donna non ha l’istinto materno allora non viene considerata tale dalla società? Perché una donna non può guadagnare tanto quanto un uomo? Potrei continuare all’infinito ma la realtà di fondo è che vi sono mille domande ma zero risposte. Sono ormai 20 anni che si ricordano in questa data tutte le donne vittime di violenza eppure sembra che la storia non ci abbia insegnato niente.

Ogni volta infatti che al telegiornale sentiamo una notizia di questo genere, il massimo che ci viene da dire è: “Sembra non stia cambiando niente”. Verissimo, ma stiamo facendo concretamente qualcosa perché tutto questo cambi? È impensabile che una donna non sia libera di scegliere come e con chi vivere la sua vita. Vien da dire quindi che non c’è niente di più vero del famoso detto “meglio soli che mal accompagnati”.

Non è possibile che nel 2021 una donna debba ancora temere il giudizio dell’uomo sul suo modo di vestire (se mette una camicetta più scollata o un vestito più corto di quelli che normalmente indossa), sul luogo dove lavora, sulla carriera che vuole intraprendere.

È ancora più impensabile che arrivata all’età dei 25 anni circa, la donna venga già considerata una possibile e futura mamma e che questo limiti enormemente le sue possibilità di realizzarsi una carriera.

La donna e il lavoro

Situazione tipo: Vai a un colloquio, ti osservano, cercano nel curriculum la tua età e hanno addirittura il coraggio di chiederti se ti piacciono i bambini e se ne vorresti avere un giorno uno. Se la risposta della donna è “sì”, allora in automatico l’azienda opterà per valutare un altro candidato. Per caso è scontato che se mi piacciono i bambini e un giorno mi piacerebbe diventare mamma, quel giorno sia per forza domani? Ecco quindi che il ruolo per il quale ti eri tanto preparata in quell’azienda per la quale sognavi di lavorare sin dai tempi delle scuole medie diventa un sogno definitivamente rovinato dalla tua età (considerando che ormai per la maggior parte dei lavori è richiesta una laurea magistrale e che questa prima dei 24-25 anni non si ottiene). Questa non è forse una forma di violenza (un po’ più sottile sicuramente) contro la donna?

Conclusione: se sei donna, non puoi fare quello che fa un uomo. Anni di lotte per l’ottenimento degli stessi diritti e anni di sofferenza per una giustizia mal applicata. Ma è ora di dire basta!

Una donna deve potersi sentirsi bella nel suo corpo, nel suo lavoro e nella sua quotidianità. Ognuna di noi può cambiare la storia ma solo se come detto in premessa lo facciamo assieme perché una voce può non essere sufficiente per cambiare le cose ma tutte assieme siamo letteralmente una forza della natura. Girl power for a better life!

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Superare le crisi: possibilità o certezza? Ecco il primo passo per la tua rinascita

Dopo ogni crisi economica, c’è il boom, dopo ogni temporale c’è l’arcobaleno, dopo il buio c’è la luce e dopo ogni delusione?

C’è chi dice che ritorna il sereno, chi crede che sia impossibile superarla ma sappiate che dopo ogni delusione, sarai TU a decidere cosa dovrà esserci. Potrà essere il sereno, potrà essere la solitudine. Ciò che farai in ogni caso sarà il tuo primo passo verso la tua rinascita.

Intanto, non piangerti addosso: oltre che deprimerti ancora di più, distoglierà la tua attenzione dalla cosa più importante ossia superare la crisi.

Non sei stato preso a quel colloquio che speravi andasse per il meglio? Di sicuro non è l’unica realtà ad offrirti quell’occupazione e in quel settore. Sei stato tradito dal partner che amavi tanto? Sicuramente il partner non provava il tuo stesso sentimento. Non hai passato quell’esame che ti sta bloccando nel processo di laurea? Ti posso capire (esperienza personale). Ma nulla di tutto ciò deve scoraggiarti.

Tutta la vita è piena di momenti bui ma per fortuna noi possiamo fare in modo che la luce sia sempre presente ed illumini le nostre giornate. Come fare? Lasciando correre via tutto ciò che ci ha fatto entrare in crisi. Nel caso ad esempio del colloquio di lavoro non riuscito, cancella immediatamente il ricordo e guarda agli errori commessi come al tuo futuro trampolino di lancio.  

Sei pronto/a per la tua rinascita? Ho voluto utilizzare l’immagine di una ragazza che con una valigia in mano cammina in una strada dritta senza apparentemente sapere quando fermarsi. Dovrà essere questa l’idea da imprimere nella tua mente. Se prendi la valigia che in questo caso rappresenta il proprio bagaglio culturale puoi andare ovunque tu voglia. Togli dalla valigia gli episodi brutti (che sicuramente ti hanno permesso di essere quello che sei ora), chiudila e parti.

Quasi certamente non avrai una meta se sei appena reduce da una crisi. Non aver paura! Fai come questa ragazza che non teme di affrontare il suo domani, che cammina per trovare un luogo dove stare meglio. È inutile stare fermi ad aspettare che le occasioni arrivino, così come è inutile tenere con sé ciò che ogni volta lo si guarda ci fa stare ancora peggio. Vuoi un esempio apparentemente banale? Ipotizziamo che tu abbia nell’armadio un paio di jeans o una meravigliosa camicetta che ormai ti stanno stretti: buttali perché

  • occupano spazio inutile nell’armadio
  • ti amareggi ogni volta che ti capitano fra le mani e ripensi al passato e a come eri una volta

SPOILER: la macchina del tempo non esiste quindi quel che è passato, lo sarà per sempre. Così come è necessario liberarsi di oggetti inutili o che non esprimono più la nostra personalità, bisognerebbe comportarsi allo stesso modo con le persone. Dimenticare quelle che ci hanno fatto soffrire in passato e dare una seconda chance a coloro che abbiamo per errore allontanato dalla nostra vita.

Hai mai avuto una crisi dalla quale sembrava impossibile uscirne? Mi piacerebbe tantissimo conoscere qualche vostra esperienza personale, per cui commentate pure con le vostre opinioni così da rendere questo piccolo spazio nel web un luogo dove scambiarsi esperienze ed opinioni.
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Quotidianità: com’è cambiata?

E tornare a viaggiare e di notte con i fari illuminare chiaramente la strada per sapere dove andare con coraggio gentilmente, gentilmente dolcemente viaggiare.

Questo è un estratto di un brano del grande Lucio Battisti dal quale vuole partire la mia riflessione di oggi. È indubbio che viaggiare è bello. Per fortuna quest’estate tantissimi di noi sono ritornati a viaggiare. Un po’ tutti abbiamo riscoperto il nostro Bel Paese e abbiamo apprezzato (magari per la prima volta) le bellezze che ci circondano. Ci siamo resi conto di quanto sia bello il mondo se guardato con gli occhi di chi sa apprezzare le piccole cose quotidiane e di chi non considera la quotidianità come una banalità.

Viaggiare era un’esperienza che si poteva fare quasi tutti i giorni, come se facesse parte della nostra quotidianità (il weekend magari lo si trascorreva serenamente fuori casa). Viaggiare era normale ma lo è ancora? Ho iniziato infatti a chiedermi: la normalità e la quotidianità cosa sono realmente al giorno d’oggi? Qualcosa inevitabilmente è cambiato e inconsapevolmente siamo dovuti cambiare anche noi. Oggi il viaggio è diventato qualcosa in più: è l’occasione per arricchirci interiormente, è una conquista durata più di un anno e mezzo, è il premio che ci è stato concesso dopo mesi di chiusure forzate, di isolamento, di videochiamate, di smart working e di solitudini da alcuni considerate infinite.

Fino a due anni fa la normalità era poter viaggiare, uscire al ristorante, partecipare a convegni, andare a teatro, ballare in discoteca, partecipare a grandi cerimonie. Oggi di normale sembra non sia rimasto più niente di tutto questo: bisogna contare quanti amici si invitano per andare fuori a mangiare o prenotare l’ingresso nei musei, al ristorante, al cinema, ecc.

Qualcosa indubbiamente è cambiato. Il 2020 e il 2021 ci hanno cambiato. Basta fermarsi e guardarsi attorno. Incroceremo gli sguardi delle persone che da sotto a una mascherina tentano di mostrare un loro sorriso, apparentemente invisibile. Ritengo che mai come oggi, quando riceviamo un messaggio da un amico che ci chiede “come stai?” ci rallegriamo subito e non vediamo l’ora di rispondergli per fargli sapere che stiamo bene. Spesso quindi piccole cose sembrano scontate ma in realtà anche il più semplice “ciao come stai” non è un qualcosa da sottovalutare. E per voi cos’è la normalità nel 2021?

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Welcome to Forget, forgive, for you for a better life!

La vita a volte ti mette di fronte a scelte difficili e ti porta ad affrontare sfide che mai avresti voluto affrontare: una fra tutte la pandemia mondiale che da quasi due anni ormai condiziona le nostre vite. Durante il lockdown dello scorso anno ho avuto modo di pensare alla mia vita, a quella che vorrei essere ma anche alle persone con le quali vorrei trascorrere la mia vita.

Spesso ci fermiamo infatti solo all’apparenza. Crediamo che avere tanti amici o tanti follower sui social media sia il solo modo per venire apprezzati dalla società. In realtà non è così perché abbiamo finalmente capito come questo sia solo un contorno e che le vere cose importanti sono altre. Abbracciare un amico, stringere la mano ad una persona che incontriamo per strada non è più scontato come si crede. Prima era normale farlo, ora no.

Da qui nasce l’idea di aprire questo blog in modo da poter condividere con chiunque lo desideri, il mio pensiero sulla ricerca continua di un benessere e di una salute, soprattutto nell’anima. Forgive, forget, for you credo sia il modo migliore per riassumere tutto questo.  

  • Forget “dimenticare”: il primo passo per cambiare è dimenticare e cancellare tutte le cose brutte che hanno segnato la propria vita.
  • Forgive “perdonare”: il secondo passo è riuscire a perdonare tutte le persone che meritano per noi una seconda chance;
  • For you “per te”: tutto quello che dimenticherai e perdonerai lo farai per te e perché vuoi la tua felicità e il tuo benessere;

Benvenuta/o quindi su Forget, forgive, for you … for a better life!

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This is me!

Ciao! Sono Gloria e ti ringrazio per aver visitato la mia pagina. Sono una ragazza con una forte passione per la scrittura, la natura, la fotografia e il cibo. Il mio motto è una frase del grande Martin Luther King: “Solo nell’oscurità puoi vedere le stelle” che cerco di portare avanti ogni giorno in ogni attività. Mi piacerebbe tanto riuscire a trovare la mia anima gemella ma nel frattempo ho deciso di aprire questa pagina. Perciò, non mi dilungo ulteriormente e spero che le mie pubblicazioni ti piacciano e naturalmente ti invito a seguirmi anche sul mio profilo instagram: @gloriaschiavinato https://www.instagram.com/gloriaschiavinato/

Hi! I’m Gloria and I thank you to be here visiting my webpage. If you ask me to describe me, I’ll say you I am passionate about writing, nature, photography and food. My motto is: “Only in the darkness can you see the stars“, a quote from Martin Luther King. I’d love to find my soul mate but meanwhile I decide to start writing my personal blog. So, I hope you enjoy my posts and obviously don’t forget following me on Instagram: @gloriaschiavinato https://www.instagram.com/gloriaschiavinato/

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