Una giornata non fa la differenza, una voce non fa la differenza ma l’unione può fare la differenza.
All’apparenza potrebbe sembrare una giornata come tante altre: praticamente ogni giorno si ricorda o si festeggia qualcosa e spesso queste giornate passano in secondo piano. La giornata di oggi invece non dovrebbe. La giornata di oggi è diversa. Oggi dovremo cercare di riflettere un po’ di più, a prendere la questione più sul serio perché esiste la violenza fisica (che è quella di cui normalmente si parla) ma soprattutto quella morale in grado di far sentire una donna come l’ultima ruota del carro.
Le mille domande senza risposta
Perché tutta questa violenza contro le donne? Perché la donna è considerata così diversa dall’uomo? Perché non può emergere come l’uomo? Perché se una donna non ha l’istinto materno allora non viene considerata tale dalla società? Perché una donna non può guadagnare tanto quanto un uomo? Potrei continuare all’infinito ma la realtà di fondo è che vi sono mille domande ma zero risposte. Sono ormai 20 anni che si ricordano in questa data tutte le donne vittime di violenza eppure sembra che la storia non ci abbia insegnato niente.
Ogni volta infatti che al telegiornale sentiamo una notizia di questo genere, il massimo che ci viene da dire è: “Sembra non stia cambiando niente”. Verissimo, ma stiamo facendo concretamente qualcosa perché tutto questo cambi? È impensabile che una donna non sia libera di scegliere come e con chi vivere la sua vita. Vien da dire quindi che non c’è niente di più vero del famoso detto “meglio soli che mal accompagnati”.
Non è possibile che nel 2021 una donna debba ancora temere il giudizio dell’uomo sul suo modo di vestire (se mette una camicetta più scollata o un vestito più corto di quelli che normalmente indossa), sul luogo dove lavora, sulla carriera che vuole intraprendere.
È ancora più impensabile che arrivata all’età dei 25 anni circa, la donna venga già considerata una possibile e futura mamma e che questo limiti enormemente le sue possibilità di realizzarsi una carriera.
La donna e il lavoro
Situazione tipo: Vai a un colloquio, ti osservano, cercano nel curriculum la tua età e hanno addirittura il coraggio di chiederti se ti piacciono i bambini e se ne vorresti avere un giorno uno. Se la risposta della donna è “sì”, allora in automatico l’azienda opterà per valutare un altro candidato. Per caso è scontato che se mi piacciono i bambini e un giorno mi piacerebbe diventare mamma, quel giorno sia per forza domani? Ecco quindi che il ruolo per il quale ti eri tanto preparata in quell’azienda per la quale sognavi di lavorare sin dai tempi delle scuole medie diventa un sogno definitivamente rovinato dalla tua età (considerando che ormai per la maggior parte dei lavori è richiesta una laurea magistrale e che questa prima dei 24-25 anni non si ottiene). Questa non è forse una forma di violenza (un po’ più sottile sicuramente) contro la donna?
Conclusione: se sei donna, non puoi fare quello che fa un uomo. Anni di lotte per l’ottenimento degli stessi diritti e anni di sofferenza per una giustizia mal applicata. Ma è ora di dire basta!
Una donna deve potersi sentirsi bella nel suo corpo, nel suo lavoro e nella sua quotidianità. Ognuna di noi può cambiare la storia ma solo se come detto in premessa lo facciamo assieme perché una voce può non essere sufficiente per cambiare le cose ma tutte assieme siamo letteralmente una forza della natura. Girl power for a better life!